Tra i tanti campi in cui si applica la fotografia c’è quella storico militare e della ricerca di soggetti scomparsi. In questo ultimo caso, la fotografia funziona meglio del video, ( anche se ricavata dal video ) perché lascia un ricordo fisso nella mente. Questo è il caso del sommergibile USA USS Thresher, affondato nel 1963 a 200 miglia dalle coste del New England per una serie di incidenti, implodendo e portando con se tutto il suo equipaggio. Il Tresher si trova tutt’ora nel luogo del suo affondamento e a quanto sembra è a oggi, tenuto sotto costante monitoraggio. Il perché? Era uno dei primi della sua classe a propulsione nucleare. Qui servì tutta la tecnologia dell’epoca, tramite un sistema di lampade fisse sopra la telecamera, ( eliminando cosi l’effetto scattering, cioè la rifrazione della luce dal fondo ) costruite appositamente per trovare e fotografare il relitto e avviare così un indagine su cosa fosse realmente accaduto. Furono scattate più di 5000 foto che servirono a ricostruire gli eventi che portarono all’affondamento dell’unità. Vi lascio alle spettrali immagini nel caso del relitto, e ai ritratti dei 129 uomini che riposano laggiù. Ma io mi chiedo? è il reattore che fine farà? leggendo tra storie simili, il globo sembra essere pieno di situazioni analoghe. Altre ve ne racconterò. Alla prossima














Uno dei modi più atroci per perdere la vita.
Già, e se pensi che è successo ancora , ( non parlo del kursk ), e che c’è tutto quel materiale radioattivo in fondo al mare, è terribile. Ho trovato delle storie in rete , folli.
Si, recentemente anche se non era radioattivo c’è stato il caso del sommergibile argentino. E in periodo di guerra fredda chissà quanti altri che per ragioni politiche sono stati tenuti nascosti.