La fotografia ha il potere di imprimere la storia per sempre, finche un vento radioattivo non ne ionizzi la sua densità atomica., forse….

” Poco dopo il disastro, il cumulo di sostanza fusa emetteva circa 10.000 roentgen all’ora. Secondo la rivista Nautilus , questa è una dose letale per l’uomo in 300 secondi o l’equivalente di essere fatti esplodere con milioni di raggi X del torace” da News online
Il fotografo Igor kostin, nell’immagine sotto il video, dopo essere sopravvissuto all’irraggiamento da parte del nocciolo scoperto del reattore della centrale nucleare Lenin di Chernobyl, fotografò anche gli eroici liquidatori, ovvero coloro che sacrificarono la propria vita, mentre lavoravano senza sosta con livelli di radiazioni letali. Non solo, Igor, negli anni avvenire, documentò le malformazioni sui feti delle donne in gravidanza. Le sue immagini fecero il giro del mondo, scuotendo l’opinione pubblica sulla pericolosità dell’energia atomica. NOn posto le foto dei bambini, perché di solito, io detesto pubblicare sui social foto dei piccoli, e poi perché in questo caso non saprei nemmeno che aggettivi utilizzare, in ogni caso, le trovate in rete. Le foto parlano da se. A questo link, trovate diverse immagini di quei giorni…Io non so quale sia il fattore più letale: se l’energia nucleare in se o chi la utilizza.
Ma ripensandoci, forse è meglio far vedere di cosa siamo capaci di fare:
Igor Kostin discovered this deformed child in a special school for abandoned children in Belarus. The photo, published in the local Belarus press, named the child “The Chernobyl Child”. Following the publication of the image in German magazine “Stern”, the photo appeared throughout the world and the child was adopted by a British family. The boy underwent several operations carried out by a British surgeon and is now living a relatively normal life and going to school. (Photo by Igor Kostin/Sygma via Getty Images)
A questo link, trovate le immagini di quelle giornate subito dopo l’esplosione da parte di Igor Kostin, il fotografo russo fu tra i primi a fotografare la centrale dall’alto, subendone l’irraggiamento.
https://www.theguardian.com/environment/gallery/2011/apr/26/chernobyl-nuclear-disaster-in-pictures
La rete è colma di Servizi dedicati al disastro della centrale, ed oggi, dopo 35 è addirittura un luogo di turismo di massa, certo, con le opportune precauzioni.
Su youtube, tra i milioni di video, ho trovato questo gruppo di ragazzi che ha fatto , tramite ad una guida del luogo, il giro delle zone meno contaminate, oggi visitabili da chiunque. Bè, aldi la del loro modo di vivere il luogo, guardate cosa trovereste voi se vi ci recaste.
Questo è il sito di una fotografa italiana che si è documentata sul disastro e ha raggiunto le zone vicine alla centrale.
Qui la storia dei liquidatori, tra cui tre di essi che offrirono la propria vita.
Il TG del 26 Aprile 1986- qualcuno se lo ricorda?